La coscienza della ferita.

A II 1703 taiteilija: Simberg, Hugo nimi: Haavoittunut enkeli ajoitus: 1903 mitat: 127x154 cm pääluokka: maalaus museo/om.: AT ; LV kokoelma: Ahlström kuvanro: 26001 valokuvaaja: Aaltonen, Hannu VTM, 1993 skannaus: laite:AgfaScanT5000+/PS6.0.1/ tå resoluutio: 300ppi

Un individuo puer, psichicamente, nasconde la sua ferita: poiché essa rivela il segreto che indebolisce questo stile di coscienza. Ha paura di sentire la propria incapacità; perché, quando, alla fine della storia, la ferita viene scoperta, essa uccide l’individuo in quanto puer. La ferita è la nostra propria mortalità. Ogni complesso ha il proprio sintomo, ha il suo tallone di Achille, il suo varco che introduce nell’umanità tramite un punto vulnerabile e tremendamente penoso, sia esso la capigliatura di Sansone o il cuore di Sigfrido.

La terapia deve toccare questo punto; deve smuoverci dalla bella ferita e introdurci nel dolore reale attuale. L’archetipo, va ricordato, generalizza, perché gli archetipi sono universali. Dunque, metti il chiodo al posto giusto! Entra nella menomazione, nello zoppicare, nel sanguinare; sonda proprio quell’organo – fegato, spalla, piede o cuore. In ogni organo c’è una potenziale scintilla di coscienza, e le pene liberano questa coscienza, rendendo consapevoli dello sfondo archetipico di quell’organo che, prima di essere ferito, aveva solo funzionato fisiologicamente come parte della natura inconscia. Ma ora la natura è ferita. La deprivazione della funzionalità naturale dà la consapevolezza della sua funzione. Ci accorgiamo per la prima volta del suo sentimento, del suo valore, del suo regno operativo. La limitazione indotta dalla ferita porta alla coscienza l’organo – come se conoscessimo una cosa soltanto quando la perdiamo, quando è limitata e in declino; come se la conoscenza data dalla morte fosse la conoscenza di ciò che una cosa psichica è in sé, del suo vero significato e della sua importanza per l’anima. Una coscienza “morente” viene liberata dalla ferita.

 

Dott. Marco Franceschini (Tratto da J. Hillman, Saggi sul puer)

Immagine: L’angelo ferito, di Hugo Simberg.