Endometriosi. Una lettura psicologica.

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L’endometriosi sembra in continuo aumento ed oggi è tra le prime cause di sterilità femminile. Si tratta della mucosa dell’utero che si posiziona all’esterno rispetto a dove dovrebbe posizionarsi e nonostante ciò, continua a partecipare agli eventi mestruali. Per cui, durante il ciclo mestruale, dal momento che tutto ciò rende difficile lo smaltimento della mucosa, è facile avere dolori mestruali (dismenorrea),ma anche dolori durante i rapporti intimi. L’endometrio superfluo che normalmente viene trasportato all’esterno insieme al flusso mensile, in questo caso invece blocca alcune zone, causando l’arresto del flusso e della mucosa con conseguente infiammazione. In che modo la mucosa arrivi nei luoghi sbagliati, la medicina convenzionale lo ignora quasi del tutto. Comunque, l’impressione che ne risulta è quella di una formazione benigna di metastasi che però non cresce in maniera espansiva ed invasiva come il cancro. Nel caso dell’endometriosi, simbolicamente si tratta di una femminilità inconscia nel luogo sbagliato e quindi pericoloso. Qui la donna mette in pratica le proprie regole in posti dove sono fuori luogo e dove danneggiano soprattutto se stessa. L’interessata rivolge la sua femminilità contro se stessa. L’evento patologico insegna anche che le attività tipicamente femminili costringono il polo opposto (polo maschile) ad entrarci nel punto sbagliato. Gli effetti collaterali della femminilità su di un piano errato, sono per l’organismo indomabili e lo smaltimento dei prodotti di scarto dello scambio ritmico della mucosa è spesso possibile solo chirurgicamente (polo maschile). La chirurgia d’altronde esprime al massimo la medicina d’azione, un’attività archetipicamente maschile. Se ci riflettiamo si tratta di una femminilità “impazzita”, nel senso dell’endometriosi costringe quindi a ricorrere ad interventi chirurgici che asportano il “tessuto femminile”, per rendere la vita della donna sopportabile! I frequenti dolori durante il rapporto sessuale dimostrano i conflitti esistenti in quest’ambito (femminile). Il suo bacino grida , per così dire, aiuto, quando un uomo vi penetra! Inconsciamente lei questo  non lo vuole e alla fine lo impedisce. A questo proposito sarebbe senz’altro più salutare, tenere lontano, in modo consapevole, da sé, dal proprio corpo, ossia dal proprio bacino, gli “invasori maschili”. La dismenorrea dimostra inoltre quanto dolorosamente sia percepito il tributo di sangue maschile. La sterilità, che spesso ne risulta, le dimostra fino a che punto lei blocchi la fecondità archetipicamente femminile. Se lei continua a murare chiudendo il suo bacino a figli e prima ancora agli uomini, si sottrae inconsciamente ad un compito archetipico femminile. Questo lo dovrebbe fare preferibilmente in modo consapevole, anche in modo offensivo, se non altro per risparmiarsi tutti gli strapazzi che derivano dal mettere in scena i sintomi fisici.  Insomma, ci può essere il sospetto che essa dedichi troppo poco tempo al lato femminile (inteso psichicamente: ad esempio, vedi il mito di Psiche e Eros), cosicché questo diventi talmente forte e compaia dovunque per forzare la dedizione, che gli è stata negata spontaneamente. Qui c’è qualcuno che soffre per le regole femminili ed inoltre l’unico maschile che può “entrare” liberamente…è il chirurgo! Sappiamo, che per quanto riguarda l’Isteria, questa sindrome trova giovamento quando si lavora sul piano del femminile in psicoterapia; al riguardo, l’endometriosi potrebbe anche essere vista come una forma d’isteria della sensitività non vissuta e della vulnerabilità sprofondata nel corpo. L’antica teoria secondo la quale l’isteria si produceva  attraverso l’utero (dal greco hystera) vagante liberamente nel corpo, assume sul piano dei principi primari, un aspetto interessante. In fondo, nel caso dell’endometriosi, la mucosi uterina sparpagliata va a finire perfino nel cervello. Questo può essere inteso come un forte grido d’aiuto nell’organismo che chiede una presa di coscienza della propria femminilità. Colpita dall’endometriosi(e non solo) è anzitutto la donna piuttosto attiva, che si appella spesso al polo maschile d’azione (animus), il quale non si fa pregare e mette in gioco tutto il suo arsenale di metodi tecnici (polarità maschile), dall’endoscopia all’ecografia, fino alla biopsia e l’intervento chirurgico (attività simbolica maschile per eccellenza!). Le pazienti in genere, tranne poche eccezioni, non hanno quasi per nulla intenzione di avvicinarsi alla conoscenza della psiche (polo femminile). Anche in questo caso, si palesa quanto sia estraneo il mondo femminile.

Dott. Marco Franceschini (tratto da: Dr. Volker Zahn, Professore di Ginecologiaall’Ospedale Elisabeth Krankenhausdi Straubing (primo ospedale ecologico della Baviera. Dr. Rudiger Dahlke, medico nel Centro Terapeutico di Johanniskirchen) )