Con la depressione tocchiamo il fondo e toccare il fondo significa rinunciare all’idea cristiana di resurrezione, ma significa anche rinunciare all’idea che, alla fine del tunnel, dobbiamo a tutti i costi aspettarci di trovare la luce. Questa aspettativa, forse, è più deleteria della depressione stessa. Se riusciamo ad eliminare queste fantasie di “luce”, ecco che la depressione diventa subito meno buia. Se non c’è speranza, non c’è neppure disperazione. Il messaggio di speranza del cristianesimo non fa che rendere più buia la disperazione; il messaggio di speranza, diventa così, il miglior alleato dell’industria farmaceutica. Si, perché il farmaco dà speranza e questa genera disperazione – in quanto la speranza è un meccanismo con il quale ci si può anche autoingannare e deresponsabilizzare, in quanto concentrandosi su questo sentimento si perde l’energia per fare…aspettando – viceversa, la disperazione facilitata dalla speranza induce a consumare farmaci. Insomma un circolo vizioso. Quindi, per deduzione, la speranza è alleata dell’industria farmaceutica
Dott. Marco Franceschini
Riferimenti bibliografici: J. Hillman, Fuochi Blu, Ed. Adelphi