La coscienza afroditica…una via verso la conoscenza

veronese_venere In questa opera di Paolo Caliari, detto il Veronese (1585), la bellezza di Venere molto spesso viene rappresentata attraverso il suo guardarsi nello specchio, aiutata dal piccolo Eros. Tale visione o interpretazione, ha spesso confuso l’ipotetico osservatore che ne ha tratto la inevitabile conclusione sull’effimera vanità della Dea. In genere, l’osservatore è convinto che Venere stia osservando il suo riflesso; invece, proprio perché l’osservatore vede il volto di Venere nello specchio, vuol dire che la dea sta  guardando a sua volta l’osservatore medesimo.                                                                    E’ noto che l’effetto Venere è un fenomeno della psicologia della percezione.
Alcuni esempi di tale effetto si ritrovano nei dipinti “Venere e Cupido” di Velázquez, Venere allo specchio di Tiziano e Venere allo specchio del Veronese.
In definitiva,  se la dea ti osserva usando la sua apparente vanità e incontestabile bellezza, se necessita di questa strategia, ciò indicherebbe che la bellezza nasconde il desiderio di conoscenza; in questo  l’amore è il suo complice, (Eros), il quale “riflette”, attraverso il desiderio dell’altro, il proprio bisogno di individuazione e forse anche di conciliazione tra la persona e l’Anima Mundi. Come a dire che senza l’amore e il desiderio dell’altro, non può esserci né bellezza né conoscenza!

Dott. Marco Franceschini